Gerolamo Graffigna (Genova, 1861 – Savona, 1932)
Cornelia, la madre dei Gracchi
Olio su tela, cm 80 x 117 - Cornice coeva
Firmato in basso a destra “G.mo Graffigna, 1888”
L’opera raffigura una tipica scena pompeiana, con il primo piano occupato dalla madre Cornelia che accompagna i due figli, Tiberio e Caio, abbigliati con vesti bianche e recanti fiori freschi, come omaggio alla divinità che sono andati ad adorare durante la festività ad essa dedicata, forse i Floreali, in onore della dea Flora, antichissima divinità Sabina del Quirinale, ai quali si assisteva in vesti di vario colore, ad imitazione dei fiori dei campi e dei giardini, di cui si celebrava il risveglio dell'intera natura. Accanto all' antica abitudine di coronare il capo con ghirlande di fiori vennero introdotti i mimi, piccole scene comiche nelle quali erano ammesse a recitare anche le donne: alle quali, si dice, gli spettatori chiedevano di spogliarsi sulla scena. Numerosi erano i templi ad essa dedicati, come quello nell’attuale Piazza Barberini a Roma o al Circo Massimo.
L’autore del dipinto è Gerolamo Graffigna, firmatosi nell’angolo in basso a destra. Egli si forma a bottega da Nicolò Barabino, attivo a Genova e a Pietra Ligure, e si dedicò principalmente a quadri di ge¬nere, soggetti religiosi e paesaggi. Lavorò sovente come affreschista in chiese del Ponente Ligure, tra le quali San Giacomo il Maggiore a Tovo San Giacomo, San Giovanni Battista a Cervo, in cui affresca la volta della cappella dell’Immacolata Concezione, e la chiesa di San Marino di Tours a Toirano, dove lavora tra 1890 e 1893, con l’affresco della facciata e decorando la navata maggiore e il presbiterio, raffiguranti gli episodi dei miracoli del Vescovo di Tours.
Dal 1889 espose con regolarità alle mostre della Società Promo¬trice di Belle Arti di Genova, esordendo proprio con questo dipinto (si susseguono poi quelle degli anni 1890, 1891, 1892 e infine nel 1906); nel 1892 partecipa all’Esposizione Italo ¬Americana nel IV Centenario Colombiano e nello stesso anno espone anche alla Esposizione Cinquantenaria di Arte Moderna della Società Promotrice di Belle Arti di Torino. È documentata la partecipazione alla Mostra nazionale di belle arti a Milano nel 1906 con il dipinto “Figlia del generalo Oyama”.