Prestigioso stipo monetiere in legno ebanizzato, lastronato e decorato con applicazioni in bronzo dorato. Otto cassetti frontali con anta centrale a tempio arricchita da colonne a torciglione, completo di tavolo in legno ebanizzato con gambe tornite e unite da traverse in metallo.
Fiandre, XVII secolo
Misure: monetiere h.78 x 124 x 44 cm.
completo del tavolo h.179 x 136 x 49 cm.
completo del tavolo h.179 x 136 x 49 cm.
Dettagli completi dell'opera d'arte: https://www.antichitacastelbarco.it/it/prodotto/prestigioso-stipo-monetiere-fiammingo-600
Impreziosiamo la raccolta di opere della nostra galleria con questo raro esempio di stipo-monetiere, realizzato da un maestro ebanista fiammingo del Seicento. Si tratta di un arredo di estrema raffinatezza ed eleganza, sapientemente strutturato in legno ebanizzato, palissandro, inserti di tartaruga, con applicazioni e sculture in bronzo dorato e cesellato. La struttura di questo pregiato arredo è in legno di noce.
L'utilizzo dei modelli architettonici per gli di stipi risale al Cinquecento e per più di due secoli godette di grande favore in tutte le corti europee. Molti quelli che a partire dal XVII secolo utilizzano la tartaruga come rivestimento principe delle superfici, alternato di volta in volta alle pregiate essenze esotiche come l'ebano e il palissandro, i metalli dorati.
Il suo utilizzo come rivestimento di pregio è però riemerso dal XVII secolo, principalmente nei centri di produzione tedeschi, Augusta di Baviera e Anversa nelle Fiandre, dove veniva impiegata per il rivestimento di preziosi scrigni porta monili e impiegata come rivestimento di piccoli arredi, proprio come i monetieri.
Il prezzo elevato e il conseguente prestigio dei mobili con guscio di tartaruga sono spiegati dalla scarsità del materiale già al tempo, che era fondamentale importare (solitamente dal Centro America) e che, per il suo lavoro, era necessaria una manodopera altamente specializzata.
Anche in Italia, specialmente nella parte meridionale e nel Regno di Napoli ed a Milano in particolare, la produzione di manufatti artistici in tartaruga è legata alla presenza e influenza di ebanisti nordici e dei continui scambi commerciali con il resto d’Europa.
Focalizzando nuovamente l’attenzione sul nostro arredo, non si può che rimanerne colpiti dall’eccezionale disegno che, nel pieno rispetto dei caratteri del Barocco, segue una sontuosa forma architettonica, con il fronte, aggettante al centro, scandito da quattro cassetti per parte, che inquadrano uno porta a foggia di tempio sorretto da 4 colonne.
Nella porzione centrale dell’anta è riproposta una eccezionale architettura a tempio, sorretta da quattro colonne tortili dette salomoniche e capitelli in bronzo con una nicchia impreziosita da una scultura in bronzo dorato raffigurante la prima delle dodici fatiche di Ercole, con l’eroe che sconfigge il Leone di Nemea.
L’anta sul fronte dà poi accesso ad un vano interno, interamente rifinito ed intarsiato con gli stessi intarsi sferiformi che troviamo all’esterno, e con vari cassetti di diverse dimensioni ed un antica centrale.
I cassetti sui lati sono evidenziati dagli scudi sulle serrature, realizzati in bronzo dorato.
La decorazione dei fianchi è ridotta a rombi realizzati in intarsio utilizzando filetti incastonati in scuro su legno chiaro, elemento che si ripete all'interno della cappella: il coperchio ha questa elegante decorazione geometrica, e lo stesso fanno i cassetti che scopre.
La ferramenta della cerniera di apertura è originale.
Le gambe del mobile sono state scolpite a forma di un artiglio di uccello poggiante su una sfera, vezzo tipico del XVII secolo.
Il tavolo di appoggio è in legno ebanizzato, con quattro gambe tornite ed unite da traverse in metallo.
Eccellenti condizioni di conservazione.